lunedì 29 novembre 2021

Tricholoma ustale

Nome attuale: 

Tricholoma ustale (Fr.) P. Kumm. 

Sinonimi: 

Agaricus fulvellus Fr.


Sistematica

Regno Fungi
Divisione Basidiomycota
Classe Agaricomycetes
Ordine Agaricales
Famiglia Tricholomataceae

Genere Tricholoma

Specie Tricholoma ustale

 

Cappello 30 – 80 ( 100 ) mm, emisferico, poi convesso ed infine disteso, di colore bruno – rossastro uniforme; cuticola vischiosa, specie a tempo umido, fibrillosa, con margine liscio e a lungo involuto.

Lamelle smarginate, piuttosto fitte, bianco – crema con macchie ruggine, imbrunenti al tocco.

Gambo 05 – 20 x 50 - 80 mm, cilindrico, pieno e sodo, biancastro, senza zona anulare distinta.

Carne soda, bianca, con odore nullo e sapore amarognolo percepibile dopo un po’ di tempo.

Habitat cresce nei boschi di latifoglie, ( Quercus, Castanea, Fagus ) in autunno, non molto diffuso ai Castelli Romani.  

Commestibilità non commestibile per il sapore amaro.

Note talvolta si possono trovare esemplari vetusti fortemente imbruniti, quasi nerastri. Somiglia un po’ a tutte le specie della sezione Albobrunnea dove è inserito, ma la specie più simile è Tricholoma ustaloides che ha odore farinoso, il margine del cappello striato e una netta zona anulare ben visibile.



Enzo Ferri

 

Castelli Romani, ottobre 2019


 Ti potrebbe interessare

 Tricholoma ustaloides

Tricholoma ustaloides







Bibliografia:

The Genus Tricholoma – Morten Christensen & Jacob Heilmann-Clausen ( Fungi of Northen Europe vol. 4 )

Tricholoma (Fr.) Staude – Riva A. - Fungi Europaei – Edizioni Candusso

Atlante fotografico dei Funghi d’Italia - Consiglio G., Papetti C., Simonini G. - AMB Trento

Funghi d’Italia - Boccardo F., Traverso M., Vizzini A., Zotti M. (Zanichelli)


lunedì 22 novembre 2021

Agaricus sylvicola

Nome attuale: 

Agaricus sylvicola (Vittad.) Peck


Sinonimi:

Agaricus campestris var sylvicola Vittad.

 

Sistematica

Regno Fungi
Divisione Basidiomycota
Classe Agaricomycetes
Ordine Agaricales
Famiglia Agaricaceae

Genere Agaricus

Specie Agaricus sylvicola

 

Cappello 50 – 120 ( 150 ) mm, emisferico, inizialmente globoso, poi convesso ed infine disteso; superficie biancastra, liscia e fibrillosa, con macchie giallastre che si accentuano allo sfregamento.

Lamelle libere, piuttosto fitte, inizialmente rosa pallido, ma rapidamente grigie e poi nerastre.

Gambo 10 – 30 x 50 - 100 mm, slanciato, cilindrico, bulboso, di colore bianco, ingiallente, con anello consistente a gonnellino, ornato nella parte inferiore da una sorta di ruota dentata.

Carne bianca, con odore gradevole e sapore dolce.

Habitat cresce dall’inizio dell’estate all’autunno inoltrato, nei boschi di latifoglie, preferibilmente sui sentieri o negli spazi aperti.

Commestibilità fungo aromatico e delicato, ottimo commestibile, da giovane può essere consumato anche crudo.

Note il nome “ sylvaticus ” deriva dalla crescita boschiva di questo bel “ prataiolo ” che viene collocato nella sez Arvensis per la tendenza della carne ad ingiallire. Molto simile ad Agaricus essettei con piede nettamente bulboso e crescita nei boschi di conifere, ma ormai si tende a metterli in sinonimia; simile anche ad Agaricus xanthodermus, tossico,  che vira al giallo in maniera più intensa specialmente alla base del piede ed ha un odore sgradevole di inchiostro. 


Enzo Ferri

 

Castelli Romani, ottobre 2020

 

Ti potrebbe interessare

 

Agaricus xanthodermus

Agaricus xanthodemus

 








Bibliografia:

Indice Schede Micologiche – Archivio Generale AMINT

Atlante fotografico dei Funghi d’Italia - AMB Trento

Funghi d’Italia - Zanichelli


lunedì 15 novembre 2021

Mycena pura

Nome attuale:

Mycena pura (Pers.) P. Kumm.

 

Sinonimi: 

Prunulus purus (Pers.) Murril

 

Sistematica

Regno Fungi
Divisione Basidiomycota
Classe Agaricomycetes
Ordine Agaricales
Famiglia Mycenaceae

Genere Mycena

Specie Mycena pura

 

Cappello fino a 5 cm di diametro, da più o meno campanulato a spianato, igrofano, striato per trasparenza, liscio e glabro, di colore estremamente variabile, dal bianco al rosa, al viola; lamelle ventricose, bianco grigiastre, con filo concolore; gambo cilindrico, o appena allargato alla base, concolore al cappello; carne biancastra, poco consistente, con odore rafanoide. Fungo velenoso, la sua ingestione provoca sindrome allucinogena a breve latenza. Ubiquitario, cresce praticamente ovunque, dal mare alla montagna sia sotto latifoglie che sotto conifere, molto comune e diffuso nei boschi dei Castelli Romani.

Note: E’ la specie di Mycena che ha la più estesa variabilità cromatica di colori pileici, che vanno dal bianco al giallo, fino al viola. Si può confondere con Mycena pelianthina che ha il filo lamellare scuro. 





Enzo Ferri

 

Castelli Romani, ottobre 2020

 

Ti potrebbe interessare

 

Mycena pelianthina

Mycena pelianthina






Bibliografia:

Atlante fotografico dei Funghi d’Italia - AMB Trento

Funghi d’Italia - Zanichelli

lunedì 8 novembre 2021

Mycena pelianthina

Nome attuale:

Mycena pelianthina (Fr.) Quél.

 

Sinonimi: 

Prunulus pelianthinus (Fr.) Jacq. Johnson, Vilgalys e Rossa

 

Sistematica

Regno Fungi
Divisione Basidiomycota
Classe Agaricomycetes
Ordine Agaricales
Famiglia Mycenaceae

Genere Mycena

Specie Mycena pelianthina

 

Cappello fino a 6 cm di diametro, spianato, glabro, con superficie irregolare, fortemente igrofano, inizialmente color porpora ma presto schiarente al biancastro con margine striato; lamelle spaziate, larghe, sinuose, di colore lilacino, con filo lamellare tipicamente scuro; gambo cilindrico, appena allargato alla base, liscio, concolore al cappello; carne esigua con forte odore rafanoide. Non commestibile. Cresce generalmente gregaria a piccoli gruppi nei boschi di latifoglie, sulla lettiera di fogliame in decomposizione, comune in autunno nei boschi dei Castelli Romani

Note: ad una vista superficiale si potrebbe confondere con Mycena pura con odore simile, ma le lamelle con il filo scuro ne consento un’agevole determinazione. 




Enzo Ferri

 

Castelli Romani, ottobre 2020

 

Ti potrebbe interessare

 

Mycena pura

Mycena pura








Bibliografia:

Atlante fotografico dei Funghi d’Italia - AMB Trento

Funghi d’Italia - Zanichelli



lunedì 1 novembre 2021

Megacollybia platyphylla

Nome attuale:

Megacollybia platyphylla (Pers.) Kotl. & Pouza

 

Sinonimi: 

Oudemansiella platyphylla (Pers.) MM Moser

 

Sistematica

Regno Fungi
Divisione Basidiomycota
Classe Agaricomycetes
Ordine Agaricales
Famiglia Marasmiaceae

Genere Megacollybia

Specie Megacollybia platyphylla

 

Cappello 50 – 130 ( 150 ) mm, poco carnoso, emisferico, poi convesso ed infine disteso, con un largo umbone e margine involuto; cuticola liscia, grigio-brunastra, screpolata, con fibrille scure.

Lamelle smarginate, larghe e spaziate, biancastre, poi crema a maturità.

Gambo 10 – 20 x 50 - 110 mm, cilindrico, appena allargato alla base, rigido e tenace, di colore bianco, con rizomorfe molto evidenti alla base.

Carne poco consistente, biancastra, con odore terroso e sapore amaro.

Habitat spesso gregaria, cresce nei boschi di latifoglie e conifere, in terreni ricchi di residui legnosi, dall’inizio dell’estate all’autunno. Molto comune anche nei boschi dei Castelli Romani.

Commestibilità non commestibile, sospettata di tossicità.

Note facilmente riconoscibile per le dimensioni medio-grandi, il cappello fibrilloso, la carne del cappello molto sottile in rapporto alle lamelle e per le vistose rizomorfe alla base del gambo. Unica specie del genere Megacollybia. 




Enzo Ferri

 

Castelli Romani, ottobre 2020

 

 

Bibliografia:

Atlante fotografico dei Funghi d’Italia - AMB Trento

Funghi d’Italia – Zanichelli