giovedì 12 marzo 2020

I Funghi sono da sempre utilizzati per molti motivi: come alimento prelibato, per motivi medicinali, per modificare la psiche. Le popolazioni di montagna li consumavano per fame. I nostri antenati hanno imparato con l’esperienza ed a proprie spese quali funghi si possono consumare e quali no. Anche se si è ancora lontani da capire per intero il vasto mondo dei funghi si è però capito che negli avvelenamenti da funghi come per le malattie è il singolo individuo che determina situazioni diverse a seconda delle caratteristiche dell'individuo e delle caratteristiche dell'agente patogeno. E' indubbio che nei funghi sono state isolate sostanze che sono risultate tossiche ad ogni livello, anche se la stessa sostanza nociva non provoca gli stessi danni a tutti in modo paritario.

L'effetto tossico quindi dipende da vari fattori:

Tipo di veleno in causa

Dose che viene assunta

Specie animale che la ingerisce

Peso del soggetto

Sue condizioni di salute

Sua eventuale sensibilità

Concomitante assunzione di altre sostanze 

Le sindromi in micotossicologia

Le intossicazioni acute da funghi, in base alla prognosi sono state distinte in due grandi gruppi:

   A) Sindromi a lunga latenza, nelle quali il tempo che passa tra l'ingestione e la comparsa dei sintomi è superiore alle 6 ore ( generalmente 6-24 ma a volte molte di più ); sono i casi più gravi, potenzialmente mortali.

Ne fanno parte:

La sindrome falloidea

La sindrome orellanica

La sindrome norleucinica

( talvolta anche a latenza inferiore a 6 ore )

La sindrome giromitrica

   B) Sindromi a breve latenza, nel quale il tempo che passa tra l'ingestione e la comparsa dei sintomi è inferiore a 6 ore; sono avvelenamenti solitamente meno gravi.

Ne fanno parte:

La sindrome gastrointesinale

 ( a volte con latenza superiore a 6 ore )

La sindrome muscarinica

La sindrome panterinica

La sindrome psilocibinica

La sindrome coprinica

La sindrome paxillica

( grave, potenzialmente mortale )

Enzo Ferri