domenica 31 maggio 2015

Anacamptis pyramidalis

Monti Prenestini, maggio 2015; foto di EnzoF

Sinonimi:
Orchis pyramidalis 

Nome Italiano:
Orchide piramidale


L'Orchidea piramidale (Anacamptis pyramidalis (L.) Rich., 1817) è una pianta alta 20–60 cm, dal fusto esile, cilindrico, di colore verde chiaro, appartenente alla famiglia delle Orchidaceae.
Capita spesso d'incontrarla ai bordi delle strade e nelle aree boschive più aperte 
Le foglie inferiori, lineari-lanceolate, sono lunghe sino a 25 cm, le cauline diventano più corte avvicinandosi all'apice.
I fiori sono riuniti in una caratteristica infiorescenza densa di forma grossolanamente piramidale, specie nelle fasi iniziali da cui il nome della specie. Sono di colore dal rosa pallido al porpora, raramente bianchi (Anacamptis pyramidalis var. nivea )


Anacamptis pyramidalis var. nivea
L'impollinazione di questa specie avviene grazie all'azione di lepidotteri notturni e diurni.
Farfalla impollinatrice
Il nome del genere Anacamptis dal greco anakamptein = ricurvarsi indietro, il nome della specie pyramidalis dal latino per la forma dell'infiorescenza iniziale.
Anacamptis pyramidalis (L.) Rich. 
                                                                                                                                                  EnzoF

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sabato 30 maggio 2015

Candolleomyces candolleanus

Nome attuale: 

Candolleomyces candolleanus (Fr.) D. Wächt. & A. Melzer


Sinonimi:

Psathyrella candolleana (Fr.) Maire

 

Sistematica

Regno Fungi
Divisione Basidiomycota
Classe Agaricomycetes
Ordine Agaricales
Famiglia Psathyrellaceae

Genere Candolleomyces

Specie Candolleomyces candolleanus

Cappello inizialmente emisferico, poi conico-convesso, infine appianato, qualche volta con leggero umbone, igrofano, liscio, di colore giallo ocraceo più o meno intenso e uniforme con tempo umido, schiarente al bianco avorio con zona centrale più scura con tempo asciutto, margine appendicolato con residui del velo generale; lamelle fitte, dapprima bianco, quindi rosa violacee, viola brunastre a maturità; gambo cilindrico, fragile, cavo, privo di anello, con la superficie bianca e liscia, leggermente striato nella parte alta; carne biancastra, fragile con odore leggero, gradevole, fungino e sapore nullo. Comune e diffuso, frequente ai Castelli Romani dalla primavera all'autunno, vicino ai tronchi marcescenti o radici interrate, nel bosco, ma anche in parchi e giardini. Non commestibile.

Note: Molto comune si riconosce per l'assenza di anello, i colori molto chiari e le lamelle tendenzialmente violette.


Enzo Ferri

 

Castelli Romani, maggio 2015

 

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Bibliografia:

Atlante fotografico dei Funghi d’Italia - AMB Trento

Funghi d’Italia - Zanichelli

 

Aggiornamento, maggio 2021


venerdì 29 maggio 2015

Orobanche

Rocca di Papa, maggio 2015; foto di EnzoF
Nome Italiano:
Succiamele, Lupo di fave

Comunissimo nei boschi dei Castelli Romani dai primi di maggio.


Orobanche (chiamato volgarmente succiamele o lupo di fave) è un genere di piante della famiglia Orobanchaceae con foglie ridotte a piccole squame e prive di clorofilla e fiori disposti in una spiga alta 10-60 cm, con una corolla di colore vario.
Le Orobanche sono prive di clorofilla e incapaci di sintetizzare gli elementi nutritivi indispensabili per la loro crescita e pertanto vivono come parassite a spese delle piante ospiti.
Sono chiamate volgarmente succiamele o lupo di fave in quanto infestano quasi tutti i legumi,  una specie in particolare parassita le piante di fave ( Orobanche crenata )e ne impedisce la crescita.
Orobanche e' un nome collettivo al quale appartengono circa un centinaio di specie dai colori e portamento estremamente diversificati.
Orobanche, (dal greco orobos = legume e ànchein = soffocare)
Facilmente confondibile con Neottia nidus-avis appartenete alla famiglia delle Orchideaceae con colori simili in quanto anch'essa priva di clorofilla-


La " Sporchia" da terrore a risorsa
Chiamata il terrore dei campi e lupo di fave in quanto cresce a dismisura soffocando le piante di fave e compromettendo il raccolto, ma piano piano i contadini hanno imparato a conoscere il gusto gradevole ed hanno scoperto che potevano essere cucinate e mangiate, e da minaccia è diventata "risorsa"; prima alimento della povera gente, oggi vera e propria prelibatezza dei menù tipici del sud barese.

Orobanche 



EnzoF

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giovedì 28 maggio 2015

Limodorum abortivum

Castelli Romani, maggio 2015; foto di EnzoF
Sinonimi:
Orchis abortiva, Epipactis abortiva
Nome Italiano:
Fior di legna, Fiammone

Orchidea non molto diffusa ai Castelli Romani. 

Quando e' ancora completamente chiusa quasi quasi sembra un asparago.

l Fior di legna (Limodorum abortivum (L.) Sw., 1799) è una pianta alta sino ad 80 cm appartenente alla famiglia delle Orchidaceae.
Il fusto è robusto, di colore  bruno-violaceo; le foglie sono praticamente assenti e sostituite da scaglie inguainanti; l'infiorescenza e' lunga, e puo' presentare anche 20 fiori.


Per l'origine del nome del genere Limodoron non tutti sono daccordo; per alcuni deriverebbe dal greco "leimòdoron" (dono del prato), mentre per altri da limòdes (affamato) per la quasi totale mancanza di clorofilla,Il nome specifico  deriva dal latino "abortivum" perchè alcuni fiori appassiscono prima di sbocciare.
Limodorum abortivum (L.) 

EnzoF




lunedì 25 maggio 2015

Fragaria vesca

Rocca di Papa, maggio 2015; foto di EnzoF

Sinonimi:
Fragaria vulgaris, Potentilla vesca, Fragaria sylvestris 
Nome Italiano:
Fragolina di bosco, Fragola comune, Fragola selvatica.

Rocca di Papa, maggio 2015; foto di EnzoF
Cresce nel sottobosco dei Castelli Romani, lungo i margini delle stradine e nei sentieri interni del bosco
La Fragola di bosco (Fragaria vesca ) è una pianta erbacea della famiglia delle Rosacee, con fusti pelosi, alta dai 5 ai 15 cm, spontanea nei sottoboschi italiani, viene anche coltivata per il profumo e sapore molto intenso dei suoi piccoli frutti.
Le foglie sono caratteristiche, trifogliate e  con margine nettamente denticolato, la faccia inferiore è piu' chiara e leggermente pelosa; l'infiorescenza è composta da pochi fiori bianchi, generalmente con  cinque petali (raramente 4 o 6) con diametro di circa un centimetro; il frutto con diametro massimo di 2cm e' globoso e di un bel colore rosso scarlatto a maturita'; odore e sapore intensi e gradevoli.



Dal latino “fragrans” per la fragranza del suo profumo e  “vescus” per la tenerezza della sua carne. 
L'uso delle Fragoline di bosco e' praticamente illimitato, conosciutissime sin dai tempi antichi, e ci sono moltissime leggende legate a questa piccola piantina; oltre a essere consumate fresche, sono utilizzate anche per la preparazione di cibi dolci come marmellate, gelati, liquori, sciroppi, sorbetti ecc, inoltre si possono fare risotti, frittate, minestre, salse per accompagnare la selvaggina ecc ecc, senza considerare l'ampio uso a scopo medicinale.

Fragaria vesca L.

EnzoF


sabato 23 maggio 2015

Polyporus tuberaster

Sinonimi:
Polyporus lentus,Polyporus forquignonii 
Castelli Romani; maggio 2015; foto di EnzoF
Fungo legnoso, che cresce ad inizio estate o autunno su legno marcescente di latifoglie; non molto frequente nei boschi dei Castelli.
Polyporus tuberaster ha un cappello che puo' raggiungere 15 cm di diametro, di colore bruno-giallastro, a volte scolorito fino al biancastro, di forma emisferica da giovane, reniforme e leggermente imbutiforme negli esemplari adulti, ricoperto da squamette più scure; pori bianchi e angolosi, decorrenti sul gambo che e' cilindrico, fioccoso e spesso ricurvo, centrale o laterale/eccentrico; l’odore è leggero, fungino, gradevole e sapore nullo.



Puo' crescere singolo su rami marcescenti di latifoglia, oppure, ma piu' raramente gregario e apparentemente terricolo, in realta' emergente da una "pietra fungaia" chiamata sclerozio molto duro, formato da un intreccio di terra , sassi e radici e che puo' pesare anche 15 kg; potendo essere presente o meno, lo sclerozio non rappresenta un carattere determinante.

Noto fin dall'antichita', in passato la "pietra fungaia" veniva coltivata e conservata in luogo fresco e umido  per indurre la formazione di funghi che venivano consumati da giovani.
Current Name:
Polyporus tuberaster (Jacq. ex Pers.) Fr

Position in classification:
Polyporaceae, Polyporales, Incertae sedis, Agaricomycetes, Basidiomycota, Fungi
EnzoF
                                                                                                                 

giovedì 21 maggio 2015

Neottia nidus-avis

Rocca di Papa, maggio 2015; foto di EnzoF

Sinonimi:
Ophrys nidus-avis 
Nome Italiano:
Nido d'uccello
Tipicamente boschiva ama le zone fresche e ombrose ed e' piuttosto comune in tutti i boschi dei Castelli Romani
Il Nido d'uccello (nome scientifico Neottia nidus-avis (L.) Rich., 1817) è una pianta erbacea perenne alta fino a 40 cm dai fiori poco appariscenti, appartenente alla famiglia delle Orchidaceae.
È una pianta quasi priva di foglie (afilla) e quelle poche che ci sono, non necessarie  per la sopravvivenza, sono ridotte a delle squame che avvolgono il fusto, sono prive di clorofilla e di colore bruno chiaro o giallastro. L'atrofizzazione delle foglie ha colpito soprattutto le foglie basali, completamente assenti, mentre in altre orchidee sono sempre ben presenti e sviluppate. 
I fiori sono riuniti in una spiga terminale piuttosto densa di colore giallastro bruno con delle sfumature violacee.Tutta la pianta ha un leggero odore mielato.


Il nome del genere deriva dal greco Neottia (nido ), per le radici intricate che ricordano un nido, il nome specifico deriva dal latino nidus-avis (nido d'uccello ).E' una pianta saprofita priva di clorofilla, vive in simbiosi con un fungo (Rhizomorpha neottiae) fissato alle sue radici.
Non si direbbe proprio che Neottia nidus-avis fa' parte delle Orchidee, e' unica nel suo genere e sembra piuttosto uno dei tanti Orobanche

Neottia nidus-avis (L.) Rich.


EnzoF




lunedì 18 maggio 2015

Ophrys apifera

Castelli Romani, maggio 2015; foto di EnzoF
Sinonimi:
Ophrys aranchnites Mill.
Nome Italiano:
Vesparia, Ofride fior d'api

Meravigliosa Orchidea piuttosto rara ai Castelli Romani. 
La vesparia o fior di vespa (Ophrys apifera Huds., 1762) è una pianta alta fino a 50 cm appartenente alla famiglia delle Orchidaceae.
L'infiorescenza raggruppa da 3 a 12 fiori di piccole dimensioni che assomigliano in modo impressionante agli insetti; ha poche foglie lanceolate, quelle superiori avvolgenti il fusto.


Il nome del genere deriva dal greco Ophrys =sopracciglio, forse per la forma dei tepali interni, simile appunto a sopraccigle; Il nome specifico apifera deriva dal latino apis e fero "portatrice di api".
Quando si incontra questa rara specie con i fiori che sembrano insetti  e' quasi obbligatorio scattare delle foto per immortalarne la bellezza. L' Orchidea e' considerato un fiore mitico e, grazie alla sua perfezione rappresenta la bellezza assoluta; e' simbolo dell'eterna giovinezza per l'eccezionale durata della fioritura.
Orchidee ....fiori mitici.
La leggenda narra di un giovane di nome Orchide, che non sapeva se era un maschio o una femmina e veniva allontanato da tutti. Un giorno, in preda alla disperazione, si gettò da un precipizio sfracellandosi su un praticello dove,  dal suo sangue spuntarono tanti fiori diversi ma simili nella loro forma e sensuale bellezza. Vennero chiamati Orchidee.

Ophrys apifera Huds.

EnzoF