mercoledì 24 dicembre 2014

domenica 21 dicembre 2014

Stropharia caerulea

Castelli Romani, dicembre 2014; foto di EnzoF

Sinonimi
Psilocybe caerulea

Non molto diffuso, cresce nei boschi dei Castelli Romani in autunno anche inoltrato e fino alle prime gelate.
Breve descrizione
Fungo appariscente con un bel colore brillante dai toni verdastri. Il Cappello, giallo ocraceo al centro e verde-celeste ai bordi è di medie dimensioni, in genere con umbone centrale, vischioso, piu' evidente a tempo umido e tendente a decolorarsi a maturità. il Gambo è concolore al pileo con presenza di un anellino sottile e fugace, rivestito di fioccosita' biancastre, leggermente ingrossato alla base che presenta rizomorfe bianche.La Carne è soda e biancastra, con odore e sapore leggeri, fungini. E’ un fungo autunnale, saprotrofa, cresce solitaria o in piccoli gruppi su detriti di varia natura, lettiere, erbe in decomposizione, relativamente comune nei boschi di latifoglie dei Castelli piu' presente nelle zone maggiormente umide. Si differenzia dalla simile Stropharia aeruginosa, per l'anello particolarmente labile e per avere una cuticola meno glutinosa e con cromatismi giallastri e filo lamellare concolore alle lamelle.


Current Name:
Stropharia caerulea Kreisel

Position in classification:
Strophariaceae, Agaricales, Agaricomycetidae, Agaricomycetes, Basidiomycota, Fungi

EnzoF



venerdì 5 dicembre 2014

Clitocybe nebularis (Batsch) P. Kumm.

Nome attuale:

Clitocybe nebularis (Batsch) P. Kumm.

 

 

Sinonimi:

Lepista nebularis (Batsch) Harmaja

 

Sistematica

Regno Fungi
Divisione Basidiomycota
Classe Agaricomycetes
Ordine Agaricales
Famiglia Tricholomataceae

Genere Clitocybe

Specie Clitocybe nebularis

 

Cappello 60 – 120 ( 150 ) mm, convesso, con il margine involuto, grigio, più o meno scuro, ma non igrofano, feltrato e fibrilloso; cuticola sovente ricoperta da una pruina bianca evanescente.

Lamelle da adnate a decorrenti, fitte, bere, fitte, biancastre con riflessi gialli a maturità.

Gambo 15 – 50 x 100 mm, clavato, subconcolore al cappello, con fini fibrille longitudinali, e base ricoperta da un feltro miceliare bianco.

Carne bianca, con forte odore aromatico, sgradevole, più accentuato nel fungo maturo, sapore dolciastro.

Habitat ubiquitaria, in gruppi numerosi, in lunghe file, ed in cerchi delle streghe, nel substrato di residui vegetali morti; molto comune in autunno e fino alle soglie dell’inverno, sia sotto latifoglie che conifere.

Commestibilità specie velenosa per consumo ripetuto, le tossine si accumulano nel corpo fino a provocare disturbi gastrointestinali e neurologici.

Note per anni raccolto e consumato in tutta Italia, ma ormai la sua tossicità è stata ampiamente dimostrata e con assoluta certezza. Può essere confuso con Entoloma sinuatum che ha diversa colorazione sporale e odore di farina, ma che è un fungo fortemente tossico. Purtroppo viene ancora raccolto, sempre da meno gente per fortuna, anche se ormai il rischio è appurato. Conosciuti in alcune zone dei Castelli Romani con i nomi dialettali di “ Brignoli ” o “ Profumati ”.



Enzo Ferri

 

Castelli Romani, dicembre 2014


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 Entoloma sinuatum

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Bibliografia:

Atlante fotografico dei Funghi d’Italia - AMB Trento

Indice Schede Micologiche – Archivio Generale AMINT

lunedì 17 novembre 2014

Coprinopsis picacea

Rocca di Papa novembre 2014; foto di EnzoF

Coprinopsis picacea (Bull.) Redhead, Vilgalys & Moncalvo.
Synonymy:
Agaricus picaceus Bull., Herb. Fr.: 407 (1785)                                                             Coprinus picaceus (Bull.) Gray, Nat. Arr. Brit. Pl. (London) 1: 634 (1821)
Breve descrizione:
il Coprinus picaceus, unitamente al Coprinus comatus è la specie di dimensioni maggiori nel genere Coprinus. Fungo molto bello che difficilmente passa inosservato.
il cappello può raggiungere dimensioni ragguardevoli per il genere, di forma cilindrico-ovale e di colore bruno, in genere cosparso da vistose placche bianche che sono il residuo del velo originale.Di consistenza molto fragile, diventa deliquescente in tempi brevi, soprattutto se raccolto. Le lamelle sono molto fitte, di colore grigio -nero, libere al gambo, presto deliquescenti. Il gambo e' bianco, cilindrico, molto slanciato, estremamente fragile e ricoperto da una fine decorazione squamata.Carne esigua e inconsistente, presto deliquescente in modo particolare quella del cappello,odore non gradevole.
Piuttosto comune, cresce ai  Castelli da fine estate all'autunno inoltrato prediligendo tratti di bosco ricchi di humus e residui legnosi .

Curiosita':                                                                                                                             Anticamente questo genere di funghi veniva raccolto e lasciato deperire; data la deliquescenza della carne si otteneva un liquido nerastro che miscelato ad acqua e altre sostanze naturali era usato per scrivere, ancor prima dell’utilizzo dell’inchiostro, da qui il nome Funghi dell'inchiostro.



Current Name:
Coprinopsis picacea (Bull.) Redhead, Vilgalys & Moncalvo.= Coprinus picaceus
Position in classification:
Psathyrellaceae, Agaricales, Agaricomycetidae, Agaricomycetes, Basidiomycota, Fungi






EnzoF

sabato 1 novembre 2014

Saettone

Nome Scientifico:Zamenis longissimus
Sinonimo:Elaphe longissima
Nome comune:Saettone comune,Colubro di Esculapio
Rocca di Papa;ottobre 2013 foto di EnzoF
Cercando funghi o semplicemente passeggiando nei boschi in periodo autunnale è facile imbattersi nel Saettone.E' un serpente ad ampia diffusione ai Castelli.Vive in zone rurali,bosci e radure.

Breve descrizione:( da una ricerca in rete )
Il colore di base negli adulti è bruno-grigiastro uniforme,squamato,piu' chiaro al ventre sino al giallastro.Puo' raggiungere i due metri di lunghezza.
Di abitudini diurne, il saettone non ama le alte temperature, per cui ha un periodo di attività che va da marzo ad ottobre, con una pausa estiva nel periodo più caldo (metà luglio-metà agosto). Evita l’attività nelle ore centrali della giornata.

Si nutre prevalentemente di piccoli mammiferi (fino alle dimensioni di un ratto), uova ed uccelli ricercati al nido, motivo per cui è agile arrampicatore.Il Saettone e' a sua volta predato da volpi,cinghiali e rapaci.
E' un serpente agile e veloce,causa, come tutti i serpenti, paure ingiustificate e spesso viene ucciso scambiandolo per vipera, fattore che sta determinando una sua rapida diminuzione,e per questo in alcune zone è specie protetta.
In attesa del letargo invernale l'ho incontrato raggomitolato sotto un grosso castagno,solo il tempo di un paio di scatti e l'ho lasciato al suo tranquillo riposo.
EnzoF


 

lunedì 22 settembre 2014

Phylloporus pelletieri

Rocca di Papa settembre 2014; foto di EnzoF

Breve descrizione:
Fungo tanto raro, quanto bello, a prima vista potrebbe sembrare uno dei tanti piccoli Xerocomus, ma una volta girato si nota un imenofero del tutto particolare, lamelle larghe e con molte anostomosi, non vere lamelle ne' pori, quasi una sorta di "pori lamellari.


Phylloporus pelletieri : un' interessante boletacea che rappresenta una via di mezzo tra i funghi a lamelle e quelli a pori.

Phylloporus pelletieri (Lév.) Quél

Position in classification:
Boletaceae, Boletales, Agaricomycetidae, Agaricomycetes, Basidiomycota, Fungi.



EnzoF


martedì 16 settembre 2014

La gallina dei boschi

La Gallina dei boschi,Chicken of the woods nei paesi anglosassoni                            Rocca di Papa, settembre 2014; foto di EnzoF
Laetiporus sulphureus (Bull.) Murrill
Position in classification:
Fomitopsidaceae, Polyporales, Incertae sedis, Agaricomycetes, Basidiomycota, Fungi


EnzoF

Per maggiori informazioni vedi scheda:Laetiporus sulphureus

                                                                            


mercoledì 10 settembre 2014

Artomyces pyxidatus

Current Name:
Artomyces pyxidatus (Pers.) Jülich, Biblthca Mycol. 85: 399 (1982)
Synonymy:
Clavaria pyxidata Pers., Neues Mag. Bot. 1: 117 (1794)
Merisma pyxidatum (Pers.) Spreng., Syst. veg., Edn 16 4(1): 496 (1827)
Clavicorona pyxidata (Pers.) Doty, Lloydia 10: 43 (1947) var. pyxidata
Clavicorona pyxidata (Pers.) Doty, Lloydia 10: 43 (1947)

Rocca di Papa settembre 2014; foto di EnzoF

Cresce nei boschi dei Castelli da fine estate all'autunno, su rami marcescenti.

Breve descrizione:
Fungo a forma di corallo che cresce sui tronchi marcescenti di caducifoglie,in questo caso castagno, a fine estate-primo autunno, caratteristica la forma  a candelabro con i rami terminali che formano tipiche coppette dentellate.

Fungo molto bello, ma poco comune, inizialmente di un bel colore biancastro, poi a maturita' giallastro-avana, struttura esile e odore non molto gradevole.

Artomyces pyxidatus (Pers.) Jülich
Position in classification:
Auriscalpiaceae, Russulales, Incertae sedis, Agaricomycetes, Basidiomycota, Fungi


EnzoF









Amanita citrina

Nome attuale: 

Amanita citrina Pers.


Sinonimi: 

Agaricus mappa Batsch.

Sistematica

Regno Fungi
Divisione Basidiomycota
Classe Agaricomycetes
Ordine Agaricales
Famiglia Amanitaceae

Genere Amanita

Specie Amanita citrina


Nome comune: 

Tignosa verdognola - Amanita verdognola


Cappello 50 – 100 (140) mm; inizialmente globoso, poi convesso, alla fine spianato, , liscio, ricoperto di placche di consistenza farinosa, di colore generalmente biancastre, occasionalmente ocracee; il margine liscio, privo di striature, le colorazioni sono variabili dal giallo citrino al giallo verdognolo, fino al biancastro. 

Lamelle libere al gambo, fitte, con lamellule, di colore bianco.

Gambo 10 – 25 x 70 – 120 mm; cilindrico, diritto, biancastro o appena giallino, con un grosso bulbo marginato alla base.

Volva circoncisa, membranacea, biancastra, poi ocracea.

Anello ampio, leggermente striato nella parte superiore, solitamente posizionato nella parte alta del gambo.

Carne biancastra, abbastanza compatta, con tipico odore di rapa e sapore dolciastro, sgradevole.

Habitat da fine estate a tutto l’autunno, cresce sia sotto latifoglie che sotto conifere. Molto comune nei boschi dei Castelli Romani.

Commestibilità non commestibile, se non altro per il forte odore sgradevole e per una somiglianza con la pericolosa Amanita phalliodes.

Note si riconosce per alcuni caratteri tipici come la presenza di verruche sul cappello, le colorazioni giallastre, la volva circoncisa ed il forte odore di rapa.





Enzo Ferri

 

Castelli Romani, settembre 2014

 

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Amanita phalloides

Amanita phalloides


 





Bibliografia:

Atlante fotografico dei Funghi d’Italia - AMB Trento

Funghi d’Italia - Zanichelli

Indice Schede Micologiche – Archivio Generale AMINT

 

 Aggiornamento, agosto 2021


domenica 7 settembre 2014

Lanmaoa fragrans (Vittad.) Vizzini, Gelardi & Simonini

Nome attuale:

Lanmaoa fragrans (Vittad.) Vizzini, Gelardi & Simonini  

 

Sinonimi:

Boletus fragrans Vittad

 

 

Sistematica

Regno Fungi
Divisione Basidiomycota
Classe Agaricomycetes
Ordine Boletales
Famiglia Boletaceae

Genere Lanmaoa

Specie Lanmaoa fragrans

 

 

 

Cappello 50 – 120 (200) mm, da emisferico a convesso, spesso irregolare; orlo rivolto in basso specie in gioventù; superficie asciutta e opaca, finemente vellutata, di colore bruno scuro ma talvolta anche con toni rossastri.

Tubuli e pori tubuli corti e sottili, da giallo chiaro a giallo oro, poi verdastri, al taglio viranti al verde azzurro; pori tondi concolori ai tuboli e anch'essi viranti al verde azzurro.     

Gambo 20 – 60 x 50 – 150 mm, robusto e sodo, con base radicante, giallo nella metà superiore e bruno-rossastro verso la base, privo di reticolo.

Carne inizialmente soda, poi molle, gialla, vira al verde azzurro alla sezione; odore e sapore leggeri, gradevoli.

Habitat cresce nei boschi termofili di latifoglie, sotto querce, castagni e lecci in estate/autunno, comune nel centro Italia, raro al nord.

Commestibilità commestibile discreto da giovane. Nonostante il nome il profumo è debole, ma una volta essiccato questo fungo dà il meglio, sprigionando tutta la sua fragranza.

Note specie termofila, comune nei boschi dei Castelli Romani dalla fine dell’estate. Aiutano nella determinazione l'assenza di reticolo, la cuticola "vellutata "e il viraggio al verde/azzurro. Può essere confuso con Baorangia emileorum che ne condivide l’habitat e il periodo di crescita.




Enzo Ferri


Castelli Romani, settembre 2014


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il Boleto fragrante
Baorangia emileorum






Bibliografia:

Atlante fotografico dei Funghi d’Italia - AMB Trento

Funghi d’Italia - Zanichelli








mercoledì 30 luglio 2014

Entoloma incanum

Rocca di Papa, luglio 2014 foto di EnzoF
Un fungo bellissimo dai colori brillanti.

Cappello fino a  5 cm, emisferico, di colore tra il giallo/marrone e il verde piu' scuro al centro, fibrilloso.
Lamelle bianche, pallide,tendente al rosa a maturita'.
Gambo verde limone brillante, con la base coperta da un feltro  bianco.Tutto il carpoforo e in particolare la base del gambo se toccate diventano azzurro brillante. 
Carne giallastra con odore particolare, sgradevole come di pesce marcio negli esemplari maturi.

Bello, fotogenico e puzzolente
Entoloma incanum (Fr.: Fr.) Hesler


EnzoF

giovedì 27 marzo 2014

Exidia glandulosa

Rocca di Papa, marzo 2014; foto di EnzoF
Exidia glandulosa (Bull.) Fr.
Sinonimi:
Tremella glandulosa                                                                                                       Tremella nigricans var. glandulosa                                                                                                                                                                                                                                                Abbastanza comune, cresce nei boschi dei Castelli a fine inverno su legno marcescente di latifoglia, soprattutto nocciolo, ma anche quercia, meno frequente su castagno.

Breve descrizione:
Exidia glandulosa è un fungo gelatinoso appartenente alla famiglia delle Auriculariaceae, di colore nerastro lucido quando è alla stato giovanile si riduce fino ad appiattirsi con l'eta'.

Current Name:
Exidia glandulosa (Bull.) Fr.

Position in classification:

Auriculariaceae, Auriculariales, Incertae sedis, Agaricomycetes, Basidiomycota, Fungi



EnzoF




sabato 15 febbraio 2014

Galanthus nivalis

Galanthus nivalis L
Nome Italiano: Bucaneve

Rocca di Papa, febbraio 2014; foto di EnzoF
Il Bucaneve ( Galanthus nivalis L ) è una pianta erbacea bulbosa e perenne, che non supera i 20 cm di altezza.I fiori sono piccoli, bianchi, campanulati e pendenti, con un disegno verdastro a forma di V al margine.Le foglie, lineari, sono di colore verde bluastro, arrotondate all’apice e di consistenza carnosa, con un’unica nervatura centrale.I frutti sono capsule di consistenza carnosa e contengono piccoli semi di colore nero.Cresce nei boschi dei Castelli tra la fine dell'inverno e l'inizio della primavera nei luoghi ombrosi, solitamente in gruppi.





Il nome indica, che questa pianta ha i fiori bianchi come il latte e fa riferimento alla sua precoce fioritura, spesso in mezzo alla neve.Viene visto come simbolo di pudore, purezza e di di speranza per l'avvenire.Nella tradizione cristiana il bucaneve è associato alla festa della "Purificazione della Madonna" festa della Candelora.
Galanthus nivalis L








EnzoF 
 

lunedì 10 febbraio 2014

Cortinarius orellanus Fr.

Nome attuale:

Cortinarius orellanus Fr.

 

Sinonimi:

Dermocybe orellana (Fr) Ricken

 

Sistematica

Regno Fungi
Divisione Basidiomycota
Classe Agaricomycetes
Ordine Agaricales
Famiglia Cortinariaceae

Genere Cortinarius

Specie Cortinarius orellanus 

 

Cappello 40 – 80 (100) mm, convesso campanulato, poi sempre più disteso, fino a piano, con ampio umbone centrale, margine lungamente involuto; cuticola asciutta, opaca, feltrata o squamulosa, non igrofana, di colore bruno rossiccio, arancio ramato.

Lamelle adnate, alte e larghe, distanziate, di colore giallastro arancione.

Gambo 10 – 20 x 30 - 100 mm, cilindrico, attenuato alla base, flessuoso, pieno ; di colore giallastro, con fibrille longitudinali concolori.

Carne soda, ocracea, più scura alla base del gambo con sapore terroso e odore rafanoide.

Habitat può crescere isolato o a gruppi numerosi, sotto latifoglie.

Commestibilità specie velenosa, estremamente pericolosa, potenzialmente mortale. Ama crescere nei boschi dei Castelli Romani in mezzo ai grandi ceppi di castagno, spesso insieme ad altri funghi, compresa Armillaria mellea. Una eventuale raccolta e consumo avrebbe conseguenze molto gravi.

Note caratterizzato da un portamento robusto, dalle colorazioni ramate del cappello, dalla cuticola squamulosa, dal gambo giallastro e dall’odore rafanoide, Cortinarius orellanus provoca ( analogamente a Cortinarius rubellus ) un’intossicazione molto grave; la sindrome orellanica che colpisce in modo irreversibile i reni.




Enzo Ferri

 

 

Castelli Romani, ottobre 2014

 

 

Bibliografia:

Atlante fotografico dei Funghi d’Italia - AMB Trento

Funghi d’Italia - Zanichelli

Indice Schede Micologiche – Archivio Generale AMINT