lunedì 24 agosto 2015

Laetiporus sulphureus (Bull.) Murril.

Nome attuale:

Laetiporus sulphureus (Bull.) Murril.

 

 

Corpo fruttifero sessile, a forma di ventaglio, sovente formato da numerosi cappelli sovrapposti.

Cappello di grandi dimensioni, sporge dal tronco anche per 400 mm e ogni singolo cappello può raggiungere i 300 ( 400 ) mm di diametro; la superficie è irregolare, gibbosa, ondulata, anche zonata e di aspetto vellutato; colore arancio o giallo zolfo.

Imenoforo formato da tubuli molto corti e pori piccoli, di colore giallo citrino che secernono goccioline giallo-biancastre.

Carne compatta e tenera nei giovani, a maturità gessosa e tenace; odore fungino, ma sgradevole da vecchio, sapore non significativo.

Habitat saprotrofo o parassita, su latifoglie, spesso continua a fruttificare anche dopo la morte della pianta ospitante. 

Commestibilità specie tossica, provoca sindrome gastrointestinale abbastanza costante.

Note consumato in alcune zone dei Castelli Romani dove è conosciuto con il nome popolare di “Nassa”, ma ormai è accertato che può provocare problemi gastrointestinali. A maturità emana un odore di zolfo particolarmente sgradevole e perde quasi totalmente i colori arancio-giallastri sgargianti e assume colorazioni grigiastre.




Enzo Ferri

 

Castelli Romani, agosto 2015

 

 

Bibliografia:

Atlante fotografico dei Funghi d’Italia - AMB Trento  

Indice Schede Micologiche – Archivio Generale AMINT




 

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