martedì 13 novembre 2018

Tricholoma terreum

Castelli Romani, novembre 2018; foto di EnzoF

Nome Italiano: Moretta

Cresce nei boschi di dei Castelli Romani prevalentemente sotto Pino, in autunno e fino alle prime gelate  
Cappello grigio,feltrato, di varia tonailtà, con fibrille innate, lamelle bianche grigiaste, gambo bianco fragile; carne bianca con odore leggero, quasi nullo, sapore non signifificativo 
Specie che preferisce il Pino e quindi poco frequente nel territorio dei Castelli Romani, ma comunissimo in altre zone d'italia, dove nelle zone a clima mite può fruttificare anche in inverno. 
Fungo esile, ma che resiste bene alla cottura, diventando un fungo molto buono e apprezzato. Viene anche venduto con il nome popolare di Morette
Fino a poco tempo fà erano descritte varie specie, distinte in base a poche differenze macroscopiche e l'habitat di crescita, con l'avvento dell'analisi molecolare sono state riunite in un'unica specie
Current Name:
Tricholoma terreum (Schaeff.) P. Kumm

Position in classification:
Tricholomataceae, Agaricales, Agaricomycetidae, Agaricomycetes, Basidiomycota, Fungi
EnzoF

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lunedì 22 ottobre 2018

Amanita vittadinii

Castelli Romani, ottobre 2018; foto di EnzoF


Cresce nei prati dei Castelli Romani all'inizio dell'autunno

Ha il cappello di colore biancastro con verruche di forma piramidale, residuo del velo generale, imbrunenti a maturità, piuttosto friabili, margine con residui fioccosi, lamelle libere con lamellule, bianco sporco, gambo alto e slanciato, radicante, pieno, ricoperto da numerose squame in rilievo nella parte bassa. Inizialmente bianche, scurenti con la manipolazione o invecchiamento, anello posizionato in alto, fioccoso e persistente., volva dissociata in squame sul gambo, carne bianca con odore prima nullo, poi sgradevole.



Fungo di medie dimensioni, che cresce come saprofita, spesso in gruppi numerosi e disposti in cerchio a formare i caratteristici cerchi delle streghe, in ambiente praticolo ricco di residui organici. 
Per la sua particolarità nutrizionale la specie recentemente è stata spostata nel  nuovo genere Saproamanita.

Current Name
Saproamanita vittadinii (Moretti) Redhead, Vizzini, Drehmel & Contu

Position in classification:
Amanitaceae, Agaricales, Agaricomycetidae, Agaricomycetes, Basidiomycota, Fungi
EnzoF

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lunedì 8 ottobre 2018

Aureoboletus gentilis (Quél.) Pouzar

 Aureoboletus gentilis (Quél.) Pouzar

[=Xerocomus gentilis (Quél.) Cantante.]

Fungo di dimensioni appena medie, con superficie pileica vischiosa, liscia e lucente, di un bel colore arancio-rosato; i tubuli sono attaccati al gambo con un dentino; pori grandi, di un bel colore giallo vivo, immutabili; il gambo è snello, giallo con macchie brune; la carne è molliccia, con odore e sapore leggeri, ma gradevoli. Cresce in zone a clima caldo, isolato o in piccoli gruppi sotto latifoglie, piuttosto raro. E’ buon commestibile. Aureoboletus gentilis si riconosce per le dimensioni modeste, i colori vivaci e la carne non virante. E’ l’unica Boletacea con cuticola vischiosa crescente sotto latifoglie.


Enzo Ferri


Castelli Romani, ottobre 2018
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venerdì 28 settembre 2018

Hemileccinum impolitum (Fr.) Šutara

Hemileccinum impolitum (Fr.) Šutara      
[ = Boletus impolitus Pers. = Xerocomus impolitus  ]

Nome comune:
Boleto elegante
Nome dialettale:
Giallone, Fungo gentile


Cappello 100 - 180 mm, carnoso, sodo, da emisferico a convesso, di colore ocra – bruno, bruno – marrone; superficie opaca, finemente vellutata, specie in gioventù.
Tubuli e Pori tubuli lunghi, arrotondati al gambo, giallo vivo, poi verdastri, non viranti; pori piccoli e tondi, giallo oro, immutabili alla sezione.
Gambo 20 – 60 x 50 - 160 mm, pieno e robusto, di colore giallo chiaro, macchiato di bruno alla base, spesso con chiazze rossastre, privo di reticolo, ma ricoperto di fini granulazioni.
Carne soda e compatta nel giovane, bianco – giallina, a volte con aloni rossi, immutabile in sezione e alla pressione; con odore acidulo, di inchiostro o acido fenico alla base del gambo, sapore dolce.
Habitat cresce in piccoli gruppi nei boschi termofili di latifoglie dall’estate al primo autunno.
Commestibilità buon commestibile, ad esclusione del gambo fibroso e coriaceo e dall’odore sgradevole.
Note specie prettamente mediterranea, comune ai Castelli Romani dove fruttifica nei periodi caldi e viene chiamato con i nomi popolari “Giallone” o “Fungo gentile”. I pori gialli immutabili, il gambo privo di reticolo e il caratteristico odore alla base del gambo ne semplificano il riconoscimento.





Enzo Ferri

Castelli Romani, settembre 2018
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lunedì 10 settembre 2018

Butyriboletus regius


Butyriboletus regius (Krombh.) Arora & J.L. Frank 
[=Boletus regius Krombh.]

Cappello fino a 200 mm, globoso, poi appianato, guancialiforme, con margine leggermente eccedente; cuticola feltrata, di colore rosso, rosa lampone, corallo, decolorato verso il giallo con l’invecchiamento, screpolata a tempo secco
Tubuli e pori tubuli gialli, arrotondati al gambo, di colore da giallo oro a verde oliva, immutabili; pori piccoli e rotondi, gialli, poi verdastri, immutabili o appena viranti alla pressione.
Gambo 20 – 50 x 40 – 80 mm, pieno, robusto, corto e tozzo, di colore giallo, con base ingrossata e macchiata di rosso; fine reticolo concolore, più evidente nella parte superiore.
Carne spessa e soda, ma dura e coriacea quella del gambo, di colore giallo, immutabile. Odore gradevole, fruttato, sapore dolce.
Habitat predilige i boschi termofili di latifoglie, soprattutto querce e castagno e faggio dall’estate all’autunno.
Commestibilità buon commestibile, da consumare con moderazione e ben cotto; il gambo duro e fibroso è da scartare.
Note Il contrasto tra il giallo oro dei pori con il rosso del cappello, fa di questo fungo uno tra i più belli. Confondibile solo Butyriboletus pseudoregius che ha però un portamento più slanciato e minuto e la carne virante.



Enzo Ferri


Castelli Romani, settembre 2018
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giovedì 14 giugno 2018

Russula carpini

Castelli Romani, maggio 2018; foto di EnzoF

Cresce nei boschi dei Castelli Romani dalla tarda primavera fini ad inizio estate, più raramente in autunno    

Predilige i boschi freschi e ombrosi di carpino, fa la comparsa a primavera inoltrata e fino ad inizio estate, specie poco comune.


Current Name:
Russula carpini R. Girard & Heinem.

Position in classification:

Russulaceae, Russulales, Incertae sedis, Agaricomycetes, Basidiomycota, Fungi
EnzoF

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mercoledì 6 giugno 2018

Polyporus umbellatus

Castelli Romani; Maggio 2018; foto di EnzoF

Sinonimi:      
Grifola umbellata, Dendropolyporus umbellatus

Nome Dialettale:
Mbruiale, Imperiale

Cresce nei boschi dei Castelli Romani all'inizio dell'estate e nel primo autunno
Si presenta come una massa unica con grosso gambo con molteplici ramificazioni sulle quali sono inseriti una miriade di cappelli. Ogni singolo cappello di colore variabile dal grigio al bruno raggiunge i 5 cm di diametro. Può raggiungere dimensioni notevoli. 
Fungo lignicolo che cresce su ceppaie o radici interrante di latifoglia. 
Molto ricercato nei boschi dei Castelli Romani, è ritenuto uno dei migliori funghi commestibili. Ma da consumare esclusivamente da giovane, quando la carne è tenera e profumata, ma diventa presto duro e legnoso e quindi immangiabile. 

Conosciuto con il nome dialettale di Mbruiale o Imperiale viene confuso con la Grifola frondosa, anch'essa ricercata ma di qualità inferiore. A dire il vero Il Polyporus unbellatus è vero " Imperiale ". I più anziani e principalmete i fungaroli di Rocca di Papa chiamano i due funghi con nomi dialettali diversi: 
Polyporus umbellatus: Mbruiale
Grifola frondosa: Arzillò

Viene confuso con la Grifola frondosa, anch'essa ricercata ma di qualità inferiore. A dire il vero Il Polyporus umbellatus è vero " Imperiale ". I più anziani e principalmete i fungaroli di Rocca di Papa chiamano i due funghi con nomi dialettali diversi: 
Ma sono nomi destinati a finire nel dimenticatoio, le nuove generazioni non sanno diversificare i due funghi, entrambi poco diffusi, anzi nel caso del Polyporus umbellatus decisamente raro

Current Name:
Polyporus umbellatus (Pers.) Fr

Position in classification:
Polyporaceae, Polyporales, Incertae sedis, Agaricomycetes, Basidiomycota, Fungi
Enzo Ferri






martedì 17 aprile 2018

La Verpa e il Cuculo annunciano la primavera

Castelli Romani, aprile 2018; Foto di EnzoF
Uno dei funghi del momemto. Tipicamente primaverile
Finalmente si sente nei boschi il canto del Cuculo che annuncia la primavera. Il primo vero giorno di caldo dopo un inverno quasi normale, di quelli che non eravamo più abituati a vedere. Un inverno con feddo e neve, ma sopratutto con moltissima pioggia. E così la prima giornata di tepore invita a passeggiate lungo i sentieri, con l'intento di togliere un pò di ruggine e perchè no, vedere se oltre ai fiori meravigliosi si riesce a vedere qualche fungo. Cammini cammini e di funghi neanche l'ombra, cominci a pensare che il clima è ancora freddo ed inoltre il vento teso e freddo che spira praticamente ininterrottamente da giorni ha fatto danni. Improvvisamente in un piccolo tratto di bosco tra Olmi e Castagni, in mezzo al sentiero si vede una Verpa bohemica....e poi un'altra e un'altra ancora, e poi decine e decine, Verpe dappertutto, spuntate tutte in contemporanea, centinaia di Verpe, talmente tante che non si riesce a contarle. E allora cosa si fa? Sono commestibili? Sono responsabili di sindromi incostanti o addirittura velenose? La letteratura non aiuta! Molti testi le danno "Buon commestibile", altri "sospetto", altri ancora "velenosi"! 
La Food and Drugs Administration statunitense ritiene che la gyromitrina sia presente anche in Verpa bohemica, da qui l'allarme relativo, ma non sono mai riuscito a trovare un articolo scientifico con risultati attendibili! 
l'intossicazione giromitrica ( molto grave! ) può essere causata da tutte le specie dei generi Gyromitra, Helvella, Spathularia e da alcune specie appartenenti ai generi Leotia e Cudonia. In Verpa, Mitrophora e Morchella sono presumibilmente contenute altre tossine, termolabili, non ancora identificate. Il loro consumo, in quantità non eccessive e dopo prolungata cottura non ha prodotto, al momento episodi di intossicazione. Tuttavia negli ultimi anni è stata segnalata, in Nord Europa e USA, una "sindrome morchellica" per consumo anche dopo prolungata cottura. Tossicità poco conosciuta, presunta, riportata in alcuni testi o da sottoporre a nuove valutazioni per carenza di dati recenti e attendibili. 
Alimenti che contengono sostanze più o meno tossiche ce ne sono a iosa. Sono più pericolose tracce di gyromitrina (presunta) nella Verpa o le tracce di pesticidi vari in tutti i prodotti agricoli che compriamo al mercato?
E' fungo molto apprezzato in certe zone, per esempio sull'appennino emiliano dove viene  raccolta e venduta al mercato a prezzi notevoli, anche ai Castelli Romani, viene presumibilmente consumata, Morchelle, Mitrophore e Verpe sono tutte " Spugnole"! Conclusioni? Prudenza e buon senso, come tutti i funghi!
EnzoF

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lunedì 19 febbraio 2018

Agaricus cupreobrunneus

Castelli Romani,settembre 2017; foto di EnzoF

Sinonimi
Agaricus campestris var squamulosus,  Agaricus campestris var fuscopilosellus 

Nome Italiano:
Prataiolo 
Cresce ai Castelli Romani  in autunno, nei prati, parchi e giardini        
Dimensioni medio piccole, cuticola squamata di colore bruno grigiastro: gambo corto e tozzo con anello supero evanescente, lamelle  arrossanti al tocco, nessun viraggio alla sezione, odore leggero, gradevole fungino, ne anice, ne fenolo...
Ritrovamento in giardino privato ben concimato, tra erba e alberi da frutto.

 Agaricus cupreobrunneus è specie molto prossima ad Agaricus campestris (alcuni autori li considerano sinonimi), dal quale differisce quasi unicamente per la particolare ornamentazione pileica (anche la microscopia sostanzialmente coincide). Imprescindibile un'indagine molecolare per dirimere definitivamente la problematica.
( Da Funghiitaliani )


Current Name:

Agaricus cupreobrunneus (Jul. Schäff. & Steer) Pilát


Position in classification:
Agaricaceae, Agaricales, Agaricomycetidae, Agaricomycetes, Basidiomycota, Fungi
EnzoF

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Agaricus campestris

Agaricus campestris


                                                                                                       
                                                                                              

lunedì 12 febbraio 2018

Lentinellus cochleatus (Pers.) P. Karst.

Castelli Romani; settembre 2018; foto di EnzoF
Sinonimi: 
Omphalia cochleata, Lentinus cochleatus  


Cresce nei boschi dei Castelli Romani in autunno.
Vari capelli sovrapposti di forma irregolare, che possono formare cespi anche di grosse dimensioni ,simili a conchiglia nel giovane, imbutiforme nell'adulto, con margine ondulato; ogni singolo cappello può raggiungere gli 8/9 cm di diametro: la cuticola è di colore variabile dal rossastro al marrone chiaro; gambo spesso eccentrico e saldato alla base; lamelle caratteristicamente seghettate, strette e molto decorrenti, biancastre; carne spessa, coriacea ed elastica con sapore anisato
Si tratta di una specie lignicola, poco frequente, prevalentemente autunnale


Riconoscibile per l' odore intenso di anice, lamelle seghettate e lungamente decorrenti, crescita cespitosa
Esiste  Lentinellus cochleatus var inolens, identitica alla specie tipo, ma priva di odore

Current Name:
Lentinellus cochleatus (Pers.) P. Karst.

Position in classification:
Auriscalpiaceae, Russulales, Incertae sedis, Agaricomycetes, Basidiomycota, Fungi
EnzoF


lunedì 22 gennaio 2018

Porcini a Gennaio!

Boletus edulis
Litorale tirrenico, gennaio 2018; Foto di Enzo Ferri


Uscita di studio di gruppo cercando funghi da studio. Già trovare funghi da studio a gennaio non è cosa semplice, anche se la speranza di trovare specie poco comuni c'è sempre. A maggior ragione per me, non abituato a frequentare habitat marittimi, tipicamente mediterranei e con clima più primaverile che invernale. Effettivamente qualche specie interessante è stata trovata, alcune determinabili sul campo da esperti veri, altre che necessitano di approfondimenti micro. Ma questo è un'altro discorso. Quello che invece mi ha colpito è stato il ritrovamento di porcini, e si, Boletus edulis a gennaio, non l'avrei mai immaginato, Boletus edulis in forma smagliante, sanissimi. Io non sono in grado di stabilire se è normale ( anche se ci credo poco ) oppure se è stato un caso o se è colpa dei cambiamenti climatici! Ormai è sempre colpa dei cambiamenti climatici! Fatto sta che è stata una  uscita ricca di emozioni con persone di una competenza assoluta e di umiltà e gentilezza al di fuori del comune. Persone che permettono di passare una giornata assolutamente indimendicabile. E i porcini sono stati la ciliegina sulla torta. E per di più in compagnia di una bella Amanita muscaria! 

Non è un ritrovamento dei Castelli Romani e pertanto non dovrebbe essere contenuto in questo modesto spazio, ma l'eccezionalità del ritrovamento, comunque non a grandissima distanza dai Castelli, verso il litorale tirrenico e a poca distanza dal mare  con clima certamente più favorevole, ma ha convinto a fare uno strappo alla regola!

EnzoF



lunedì 15 gennaio 2018

Xerula pudens

Castelli Romani; settembre 2017; foto di EnzoF
Sinonimi:      
Oudemansiella pudens, Oudemansiella longipes,  Xerula longipes


Cresce nel primo autunno nei boschi dei Castelli Romani, poco frequente 
Cappello con umbone; la cuticola è opaca e velluata di colore dal beige al bruno anche scuro; lamelle bianche; gambo fibroso e duro, vellutato, molto ingrossato nella parte bassa; carne senza odori e sapori particolari


E' un fungo lignicolo non molto comune, che cresce su ceppaie di latifoglie o su radici interrate che raggiunge con il suo gambo lunghissimo e profondamente radicante. Talmente lungo e interrato che difficilmente si riesce ad estrarlo senza spezzarlo.


Current Name:
Xerula pudens (Pers.) Singer

Position in classification:
Physalacriaceae, Agaricales, Agaricomycetidae, Agaricomycetes, Basidiomycota, Fungi
EnzoF

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Hymenopellis radicata