venerdì 16 agosto 2013

Polyporus corylinus

Nome attuale: 

Polyporus corylinus Mauri

 

Sinonimi:

Melanopus tunetanus Pat.
Polyporus tunetanus (Pat.)

 

Sistematica

Regno Fungi
Divisione Basidiomycota
Classe Agaricomycetes
Ordine Polyporales
Famiglia Polyporaceae

Genere Polyporus 

Specie Polyporus corylinus 


Cappello diametro di circa di 5 cm di colore bianco crema, convesso/appiattito, appena imbutiforme negli adulti quando le tipiche squame tendono a prendere un caratteristico colore giallo/ocra; il margine del cappello, involuto e lievemente eccedente nei giovani soggetti, diventa poi ondulato ed irregolare.

Imenoforo formato da corti tubuli di color crema; i pori di colore bianco sono inizialmente molto piccoli e leggermente angolosi, poi sempre più allungati, irregolari e grandi, molto decorrenti sul gambo.

Gambo bianco crema, concolore al cappello, robusto e fibroso; cilindrico, più lungo del diametro del cappello, tale da conferire allo sporoforo un portamento slanciato, l'aspetto è simile ad un grosso chiodo.

Carne bianca, abbastanza tenera, più fibrosa nel gambo, soprattutto nella parte bassa; l'odore è particolare, dolciastro, gradevole. In vecchiaia, quando ormai il colore ha perso gran parte del bianco candido diventa coriaceo e legnoso.

 Habitat cresce nei periodi più caldi dell’anno esclusivamente su ceppaie di Corylus avellana.

Commestibilità ottimo commestibile, ricercato e pregiato, ma deve essere consumato quando ancora ha colorazioni biancastre, poi diventa duro e coriaceo.

Note un fungo antico e quasi dimenticato, amante del caldo e che generalmente necessita di uno shock termico per crescere, ma in condizione di caldo intenso si può rinvenire allo stato naturale anche se è rarissimo. Sembra che le prime osservazioni di questo fungo siano state casuali, cresceva infatti sui ceppi bruciati dove si facevano le carbonaie. Molto apprezzato e consumato in tutti i mercati di Roma. La sua tipica zona di crescita è nei boschi di Rocca di Papa ai Castelli Romani, ci sono documentazioni scritte già a partire dal 1791 da parte di Ernesto Mauri. Si distingue dagli altri Polyporus per le colorazioni bianche, per l’habitat esclusivo di crescita e per il periodo di fruttificazione dopo incendi o in periodi molto caldi.

Ecco come lo descriveva nel 1834 il Prof Domenico Viviani. ( eBOOK by Google )

Un estratto dal libro: I FUNGHI D'ITALIA e principalmente le loro specie mangereccie, velenose, o sospette descritte ed illustrate con tavole disegnate.

Polyporus corylinus. Mauri

P. gregarius, pileo primum hemishazrico , sensim explanato lavi 3 utrinque albido, subtus tumcscente, porris subquadrangulis, ore tenui integro? panlo decurrentibus: stipite cilindrico candido fardo, in pileum effuso. Tavola I. Sfogatello Del Nocchio in Roma, e suoi dintorni.

Nasce a torme sopra i vecchi e logori ceppi del Nocciuolo ( Corylus avellana ), talvolta del Castagno, o delle Quercie, stati prima, o per accidente, o a bella posta leggermente abbrostoliti. Il suo gambo di due circa centimetri in lunghezza, sopra uno di grossezza, non eccede il diametro del cappello. È nudo affatto, cilindrico, alquanto incurvato, bianco liscio fermo e solido: in alto si dilata e si sfalda nel cappello: la sua carne è tenace e bianca di neve. Nascente, il suo cappello tondeggia e abbraccia il gambo, a superficie papillosa: crescendo tanto si va spianando, che alquanto s'infossa nel mezzo: la sua superficie divien liscia, e a tempo secco si screpola in giro, il suo colore uniforme sopra e sotto, dal bianco slavato passa al bianco di calce, che a età avvanzata verso il centro si sfuma di colore d' ocra. Sotto è tutto bucherato di pori, di forma pressochè quadrangolare, mediocri in larghezza, e in profondità, se si ragguagliano al volume del fungo, a labbra tenui e intere, che verso il margine vanno via via rimpiccolendo, e verso il gambo più si slungano, più divengono superficiali, tanto che appariscono a foggia di solchi sulla parte superiore di esso. La sua carne è di un bianco di neve, tenera in gioventù, alquanto coriacea in vecchiaja. Grato all'odore, è di un sapore sopra ogni altro fungo squisito. Spetta alla Tribu' de' Mesopoti di Fries.

Osserv. Nelle selve de' colli di Albano e di Frascati, e più ancora di Rocca di Papa, non lungi da Roma.

Questa descrizione testimonia l'importanza che questo prelibato fungo ha avuto nel corso di secoli...ormai trattasi di un fungo rarissimo e quasi dimenticato






Corylus avellana

Enzo Ferri

 

 

Castelli Romani, agosto 2013

 

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Bibliografia:

Polypores of the mediterranean region – A. Bernicchia & S.P Gorjon - Romar

Indice Schede Micologiche – Archivio Generale AMINT

 

Aggiornamento, maggio 2021


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