Russula delica Fr
Cappello 60 – 140 (190) mm, carnoso e duro, emisferico, quindi convesso, alla fine notevolmente imbutiforme; orlo lungamente ricurvo; cuticola asciutta, ricoperta di terriccio difficilmente asportabili, biancastra, ma presto con macchie ocra brunastro.
Lamelle leggermente
decorrenti, con lamellule numerose e di lunghezza variabile, abbastanza
spaziate, bianco crema, presto macchiate di bruno.
Gambo 15 – 35 x 25 – 50 mm, duro e robusto, abbastanza corto, con superfie
appaena corrugata, raramente con una cintura verdastra all’apice del gambo.
Carne spessa e soda,
dura, di colore bianco, ma visibilmente imbrunente, con odore forte e sgradevole,
salmastro o di pesce, sapore appena pepato solo nelle lamelle.
Habitat molto comune, sia sotto conifere che
latifoglie.
Commestibilità senza valore.
Note è una tra le più grandi di tutto il genere
Russula. Nonostante viene descritta di valore scarso o nullo dal punto di vista
della commestibilità in alcune regioni italiane, ed in alcune zone dei Castelli
Romani è consumata e apprezzata per la compattezza della carne e l’ottima resa.
Simile a Russula chloroides ( Krombh.
) Bres. Dalla quale si distingue con certezza solo con l’indagine microscopica.
Anche i Lactarius bianchi sono simili, ma la presenza del latice toglie ogni
dubbio
Enzo Ferri
Castelli Romani, ottobre 2017
Ti potrebbe interessare
Lactarius piperatus |
Bibliografia:
Atlante fotografico dei Funghi d’Italia - AMB Trento
Funghi d’Italia - Zanichelli
Nessun commento:
Posta un commento