Nome attuale:
Polyporus corylinus Mauri
Sinonimi:
Melanopus tunetanus Pat.
Polyporus
tunetanus (Pat.)
Sistematica
Regno Fungi
Divisione Basidiomycota
Classe Agaricomycetes
Ordine Polyporales
Famiglia Polyporaceae
Genere Polyporus
Specie Polyporus corylinus
Cappello diametro di circa di 5 cm di colore
bianco crema, convesso/appiattito, appena imbutiforme negli adulti quando le
tipiche squame tendono a prendere un caratteristico colore giallo/ocra; il
margine del cappello, involuto e lievemente eccedente nei giovani soggetti,
diventa poi ondulato ed irregolare.
Imenoforo formato da
corti tubuli di color crema; i pori di colore bianco sono inizialmente molto
piccoli e leggermente angolosi, poi sempre più allungati, irregolari e grandi,
molto decorrenti sul gambo.
Gambo bianco
crema, concolore al cappello, robusto e fibroso; cilindrico, più lungo del
diametro del cappello, tale da conferire allo sporoforo un portamento
slanciato, l'aspetto è simile ad un grosso chiodo.
Carne bianca,
abbastanza tenera, più fibrosa nel gambo, soprattutto nella parte bassa;
l'odore è particolare, dolciastro, gradevole. In vecchiaia, quando ormai il
colore ha perso gran parte del bianco candido diventa coriaceo e legnoso.
Habitat cresce nei
periodi più caldi dell’anno esclusivamente su ceppaie di Corylus avellana.
Commestibilità ottimo commestibile, ricercato e pregiato, ma deve essere
consumato quando ancora ha colorazioni biancastre, poi diventa duro e coriaceo.
Note un fungo antico e quasi
dimenticato, amante del caldo e che generalmente necessita di uno shock termico
per crescere, ma in condizione di caldo intenso si può rinvenire allo stato
naturale anche se è rarissimo. Sembra che le prime osservazioni di questo fungo
siano state casuali, cresceva infatti sui ceppi bruciati dove si facevano le
carbonaie. Molto apprezzato e consumato in tutti i mercati di Roma. La sua
tipica zona di crescita è nei boschi di Rocca di Papa ai Castelli Romani, ci
sono documentazioni scritte già a partire dal 1791 da parte di Ernesto Mauri.
Si distingue dagli altri Polyporus per le colorazioni bianche, per l’habitat
esclusivo di crescita e per il periodo di fruttificazione dopo incendi o in
periodi molto caldi.
Ecco come lo descriveva nel 1834 il Prof Domenico Viviani. ( eBOOK
by Google )
Un estratto dal
libro: I FUNGHI D'ITALIA e principalmente le loro specie mangereccie,
velenose, o sospette descritte ed illustrate con tavole disegnate.
Polyporus corylinus. Mauri
P. gregarius, pileo primum hemishazrico , sensim explanato lavi 3
utrinque albido, subtus tumcscente, porris subquadrangulis, ore tenui integro?
panlo decurrentibus: stipite cilindrico candido fardo, in pileum effuso. Tavola
I. Sfogatello Del Nocchio in Roma, e suoi dintorni.
Nasce a torme sopra i vecchi e logori ceppi del Nocciuolo ( Corylus avellana
), talvolta del Castagno, o delle Quercie, stati prima, o per accidente, o a
bella posta leggermente abbrostoliti. Il suo gambo di due circa centimetri in lunghezza,
sopra uno di grossezza, non eccede il diametro del cappello. È nudo affatto,
cilindrico, alquanto incurvato, bianco liscio fermo e solido: in alto si dilata
e si sfalda nel cappello: la sua carne è tenace e bianca di neve. Nascente, il
suo cappello tondeggia e abbraccia il gambo, a superficie papillosa: crescendo
tanto si va spianando, che alquanto s'infossa nel mezzo: la sua superficie
divien liscia, e a tempo secco si screpola in giro, il suo colore uniforme
sopra e sotto, dal bianco slavato passa al bianco di calce, che a età avvanzata
verso il centro si sfuma di colore d' ocra. Sotto è tutto bucherato di pori, di
forma pressochè quadrangolare, mediocri in larghezza, e in profondità, se si
ragguagliano al volume del fungo, a labbra tenui e intere, che verso il margine
vanno via via rimpiccolendo, e verso il gambo più si slungano, più divengono
superficiali, tanto che appariscono a foggia di solchi sulla parte superiore di
esso. La sua carne è di un bianco di neve, tenera in gioventù, alquanto coriacea
in vecchiaja. Grato all'odore, è di un sapore sopra ogni altro fungo
squisito. Spetta alla Tribu' de' Mesopoti di Fries.
Osserv. Nelle selve de' colli di Albano e di Frascati, e più ancora di
Rocca di Papa, non lungi da Roma.
Questa
descrizione testimonia l'importanza che questo prelibato fungo ha avuto nel
corso di secoli...ormai trattasi di un fungo rarissimo e quasi dimenticato
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Corylus avellana
|
Enzo Ferri
Castelli
Romani, agosto 2013
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Bibliografia:
Polypores of the
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