lunedì 28 settembre 2020

Rubroboletus satanas

Rubroboletus satanas (Lenz) Kuan Zhao & Zhu L. Yang.

 

Sinonimi:

Boletus satanas Lenz 

 

Sistematica

Regno Fungi
Divisione Basidiomycota
Classe Agaricomycetes
Ordine Boletales
Famiglia Boletaceae

Genere Rubroboletus

Specie Rubroboletus satanas   


Cappello 100 – 300 ( 400 ) mm, molto carnoso e soso, da emisferico a convesso; cuticola eccedente, vellutata, di colore da bianco sporco a grigio bruno, margine involuto nei esemplari giovani.

Tubuli e Pori tubuli lunghi, quasi liberi, arrotondati al gambo, viranti all’azzurro al taglio; pori piccoli, rotondi, inizialmente gialli, ma presto arancio rossi, generalmente più chiari verso il margine del cappello, blu alla pressione.

Gambo 40 – 100 x 60 – 150 mm, molto tozzo, a forma di pera, giallo in alto vicino ai pori, rosso o porpora in basso, con fine reticolo concolore al fondo, imbluente alla pressione.

Carne compatta e soda nel giovane, bianco giallastra, vira debolmente all’azzurro in modo non omogeneo; odore sgradevole, forte, disgusto, cadaverico negli esemplari maturi, sapore dolce.  

Habitat specie amante del caldo. Cresce dall’estate al primo autunno nei boschi di latifoglie con preferenza per Quercus. Poco diffusa in generale, rara ai Castelli Romani. 

Commestibilità specie velenosa, responsabile di sindrome gastrointestinale a breve latenza.

Note è uno dei boleti che raggiunge la dimensioni maggiori. Riconoscibile per il tipico gambo con colorazione disomogenee, la forma e pera e l’odore cadaverico che emana a maturità. Confondibile con Rubroboletus rhodoxanthus, che ha portamento meno massiccio, carne più gialla, viraggio limitato alla parte alta del gambo e nel cappello e diverso odore. 




Enzo Ferri

 

Castelli Romani, settembre 2020

 

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Rubroboletus rhodoxanthus







Bibliografia:

Atlante fotografico dei Funghi d’Italia - AMB Trento

Indice Schede Micologiche – Archivio Generale AMINT


lunedì 21 settembre 2020

Rheubarbariboletus armeniacus (Quél.) Vizzini, Simonini & Gelardi

 

Nome attuale:

Rheubarbariboletus armeniacus ( Quel. ) Vizzini, Simonini & Gelardi


Sinonimi:

Xerocomus armeniacus ( Quel. ) Quel. 

Boletus armeniacus Quel.

 

 

Cappello 40 – 100 ( 120 ) mm, da emisferico a convesso, poi guancialiforme; con orlo involuto, quasi mai completamente disteso; cuticola opaca, feltrata, asciutta, sovente areolata, colorazioni variabili da rosa a rosa antico, a rosa salmone, fino a rossastro.

Tubuli leggermente depressi e uncinati al gambo, di colore giallo, poi giallo-verde, viranti al blu al taglio; pori piccoli, presto angolosi, concolori ai tubuli, viranti al blu.

Gambo 10 – 25 x 40 – 100 mm, cilindrico, con base affusolata e un po’ radicante, fibrolloso, con costolature che simulano una sorta di reticolo, concolore al cappello, giallastro all’apice e spesso colorato di rosso verso la metà inferiore, vira al blu-verde al taglio.

Carne soda, giallo vivo solo nella metà inferiore del gambo, ocra-arancio verso la punta, viraggio abbastanza intenso all’attaccatura tra gambo e cappello; odore e sapore fungini, gradevoli.

Habitat specie termofila, cresce solitamente a gruppi, sotto latifoglie con preferenza per quercia e castagno, abbastanza comune in ambiente mediterraneo e ben presente anche ai Castelli Romani.

Commestibilità discreto commestibile da giovane, scartando il gambo perché coriaceo.

Note specie dalle colorazioni estremamente variabili. Il carattere macro più caratteristico è la colorazione arancio-albicocca della carne nella parte bassa del gambo. Simile a Rheubarbariboletus persicolor che ha gambo più giallo ed è ancora più amante dei climi caldi, meno frequente ai Castelli Romani.




Enzo Ferri

 

Castelli Romani, settembre 2016


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Xerocomellus cisalpinus







Bibliografia:

Atlante fotografico dei Funghi d’Italia - AMB Trento

Funghi d’Italia – Zanichelli

Indice Schede Micologiche – Archivio Generale AMINT

lunedì 14 settembre 2020

Hydnum repandum L. : Fr

 Hydnum repandum L. : Fr

Sinonimi:

Dentinum repandum (L.) Gray

Sarcodon repandus (L.) Quel.

 

Cappello 40 – 120 ( 150 ) mm, di forma variabile e irregolare, dapprinma convesso, poi appianato, fino a depresso, con margine involuto e ondulato; cuticola secca, vellutata, pruinosa, di colore da giallastro a ocra carnicino, raramente aranciata.

Imenoforo ad aculei, lunghi fino a 6 mm, pallidi, fragili, facilmente staccabili dal cappello, biancastri e decorrenti.

Gambo 10 – 40 x 30 – 80 mm, spesso eccentrico, pallido, tozzo e irregolare, ingiallente al tocco.

Carne biancastra, ingiallente, cassante, tende a scurire a contatto con l’aria; sapore mite, amarognolo negli esemplari vetusti, odore leggero, gradevole.

Habitat cresce sia sotto latifoglie che conifere, dalla fine dell’estate all’autunno, gregario, talvolta cespitoso.

Commestibilità buon commestibile da giovane previa asportazione degli aculei che possono essere amarognoli, da adulto è coriaceo e indigesto.

Note Conosciuto in ampie zone della penisola con il nome popolare di Steccherino dorato, in alcune zone dei Castelli viene volgarmente chiamato “Pelosello”. Fungo variabile sia come forma che dimensione. Riconoscibile per il portamento massiccio, gli aculei chiari e decorrenti, odore gradevole. Meno frequente nei boschi dei Castelli Romani rispetto ad Hydnum rufescens, che è più piccolo, ha colorazioni più arancio e aculei non decorrenti.




 Enzo Ferri

 

Castelli Romani, ottobre 2017

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Hydnum rufescens







Bibliografia:

Atlante fotografico dei Funghi d’Italia - AMB Trento

Funghi d’Italia - Zanichelli


lunedì 7 settembre 2020

Tricholoma frondosae Kalamees & Shchukin

Tricholoma frondosae Kalamees & Shchukin

Sinonimi:

Tricholoma equestre var. populinum Mort. Chr. & Noordel.

Sistematica

Regno Fungi
Divisione Basidiomycota
Classe Agaricomycetes
Ordine Agaricales
Famiglia Tricholomaceae

Genere Tricholoma 

Specie   Tricholoma frondosae

Descrizione:                                        

Cappello 50-110 ( 130 ) mm. Dapprima conico, poi appiattito, spesso con un umbone basso e largo, secco con tempo asciutto, viscido con tempo umido; cuticola ricoperta da scaglie brunastra distanti, disposte concentricamente, più fitte al disco; colore giallo-verdastro, giallo-senape.

Lamelle smarginate, mediamente fitte, di colore giallo.

Gambo 10-20 x 50-100 mm. Cilindrico, con base ingrossata, superficie da liscia a leggermente fibrillosa, di colore giallastro

Carne biancastra, con odore farinaceo e sapore identico, gradevole

Habitat cresce sia sotto pino che sotto latifoglie, con preferenza per il pioppo. Poco comune ai Castelli Romani


Note Tricholoma frondosae differisce da Tricholoma equestre per il portamento più snello e i colori meno vivaci, inoltre le due specie hanno anche differente ecologia; Tricholoma equestre ama le foreste di Pinus povere di residui organici, Tricholoma frondosae preferisce le latifoglie o Pinus ma con terreni ricchi di humus


  


 Enzo Ferri

 

Castelli Romani, ottobre 2017

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Tricholoma equestre






Bibliografia:

 

The Genus Tricholoma di Morten Christensen e Jacob Heilmann-Clausen (Fungi of Northern Europe – vol 4).