Nome attuale:
Infundibulicybe geotropa (Bull.) Harmaja
⭐ Commestibilità: ottimo🟢
🌨️ Il Fungo che ama la pioggia
Dicembre. I cercatori più distratti hanno già appeso il cesto al chiodo, convinti che la stagione sia finita. Grave errore! Eppure, tra le foglie umide, la brina mattutina e il silenzio dell’inverno, spunta lui: l'Infundibulicybe geotropa, il fungo che non si arrende al freddo. Lo chiamano in mille modi, e ogni nome racconta una storia: Fungo di San Martino per la sua comparsa intorno all'11 novembre, Cimballo, Ordinale o Calice.
Nelle zone del Lazio, l'appellativo più affettuoso è "Natalino", perché la sua raccolta coincide spesso con l'accendersi delle luci delle feste. Questo tardivo capolavoro del bosco ci ricorda che la natura non va mai davvero in vacanza.
🎄 Un regalo inatteso e prezioso
Il bello del Natalino è proprio la sua tempistica. Compare con il primo vero freddo, quando la speranza dei cercatori è svanita, trasformandosi in un pacchetto sotto l’albero: un dono inatteso che ripaga la tenacia di chi ama i sentieri anche d’inverno. Questa sua crescita tardiva lo ha reso per tradizione un "fungo della fortuna", perché prolungava la gioia della raccolta. Non è solo un fungo, ma un vero e proprio simbolo di resistenza.
E non cercatelo mai da solo! L'Infundibulicybe geotropa è celebre per formare i grandi “Cerchi delle Streghe” o lunghe "File" quasi fosse stato piantato a regola d'arte. Trovato il primo esemplare, siete quasi certi di riempire il cesto.
👃 Un profumo che non si dimentica, un sapore sublime
È un fungo che non passa inosservato. Il suo odore intenso e aromatico, con note caratteristiche di mandorla amara, è quasi "invadente". Alcuni lo amano, altri lo trovano troppo particolare, ma di certo non lascia indifferenti. Questo aroma non è solo una curiosità olfattiva, ma la chiave del suo successo in cucina, elevandolo a protagonista indiscusso.
🍽️ Il "Tartufo" dei piatti invernali
Per il suo profumo potente, il Natalino è stato elevato a un rango altissimo in molte tradizioni regionali. Non è un "riempitivo", ma un ingrediente da usare con parsimonia, tanto che il celebre micologo Giacomo Bresadola suggeriva di utilizzarlo "anche alla maniera dei tartufi, servendosene come di questi per condimento". Questa è la scelta rustica d'eccellenza: il Natalino è il fulcro dei piatti invernali, cucinato in umido o per arricchire la polenta, un concentrato di sapore che riscalda le fredde sere di dicembre.
Un messaggio di fine stagione
Il Natalino è il simbolo di un messaggio semplice, ma fondamentale: la natura non smette mai di sorprenderci. Anche quando pensiamo che tutto sia finito, c’è sempre qualcosa che nasce, cresce e ci invita a guardare meglio. Il Natalino è un fungo che racconta una storia, una storia di resistenza, di tradizioni culinarie ricercate e di piccoli piaceri che rendono l’inverno meno grigio.
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Enzo
Ferri
Aggiornamento:
dicembre 2025