I Funghi sono da sempre
utilizzati per molti motivi: come alimento prelibato, per motivi medicinali,
per modificare la psiche. Le popolazioni di montagna li consumavano per fame. I
nostri antenati hanno imparato con l’esperienza ed a proprie spese quali funghi
si possono consumare e quali no. Anche se si è ancora lontani da capire per
intero il vasto mondo dei funghi si è però capito che negli avvelenamenti da
funghi come per le malattie è il singolo individuo che determina situazioni
diverse a seconda delle caratteristiche dell'individuo e delle caratteristiche
dell'agente patogeno. E' indubbio che nei funghi sono state isolate sostanze
che sono risultate tossiche ad ogni livello, anche se la stessa sostanza nociva
non provoca gli stessi danni a tutti in modo paritario.
L'effetto tossico quindi
dipende da vari fattori:
Tipo di veleno in causa
Dose che viene assunta
Specie animale che la
ingerisce
Peso del soggetto
Sue condizioni di salute
Sua eventuale
sensibilità
Concomitante assunzione di altre sostanze
Le sindromi in micotossicologia
Le
intossicazioni acute da funghi, in base alla prognosi sono state distinte in
due grandi gruppi:
A)
Sindromi a lunga latenza, nelle quali il tempo che passa tra l'ingestione e la
comparsa dei sintomi è superiore alle 6 ore ( generalmente 6-24 ma a volte
molte di più ); sono i casi più gravi, potenzialmente mortali.
Ne fanno parte:
La sindrome falloidea
La sindrome orellanica
La sindrome norleucinica
( talvolta anche a latenza inferiore a 6 ore
)
La sindrome giromitrica
B)
Sindromi a breve latenza, nel quale il tempo che passa tra l'ingestione e la
comparsa dei sintomi è inferiore a 6 ore; sono avvelenamenti solitamente meno
gravi.
Ne fanno parte:
La sindrome gastrointesinale
( a
volte con latenza superiore a 6 ore )
La sindrome muscarinica
La sindrome panterinica
La sindrome psilocibinica
La sindrome coprinica
La sindrome paxillica
( grave, potenzialmente mortale )
Enzo Ferri
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